sabato 4 giugno 2016


MOZART: CONCERTO IN C MAJOR, K 314 PER OBOE


 
                                                 




IL PEZZO SI DIVIDE IN TRE MOVIMENTI:

I: Allegro aperto
II: Adagio ma non troppo
III: Rondò                                                         



ORGANICO:


I: oboe solista

II: I-II oboe

III: I-II corno

IV: archi

L’atmosfera è subito cantabile, gioiosa, fresca. Attacca l’orchestra, irrompono i corni da caccia, rispondono gli archi in pianissimo, entra nel vivo il 'gioco' delle varie sezioni che si rincorrono sulla linea melodica iniziale, tra accelerazioni, pause dinamiche e scarti improvvisi. Un materiale sonoro miracolosamente costruito per preparare l’ingresso del protagonista, il flauto. Dalle prime battute dell’Allegro maestoso, la musica si dimostra capace di toccare l’anima, di sfiorare le corde delle emozioni più profonde, passando per l’Adagio centrale, per arrivare al Rondò finale, dove la spensieratezza del discorso musicale è sempre più presente dove gli arabeschi oboistici assumono un ruolo  rigenerante.


In poche battute, l’attacco di questo Concerto K 314 ci porta al cuore dell’invenzione mozartiana più libera, disincantata, priva di legami formali con le convenzioni del tempo.






                                                             



Questo concerto che presentiamo rivela l’orecchio esercitato di Mozart nel cesellare lo strumento e la sua abilità nell’estrarne le più sottili potenzialità tecniche. 



Il primo movimento del K 314, Allegro maestoso, si apre in modo decisamente spensierato: il Mozart più musical-terapeutico è proprio questo, lontano dalle introspezioni del Don Giovanni o di certi Quartetti per archi. Un accordo a piena orchestra è seguito da quattro note ribattute in ritmo puntato, «quello utilizzato un secolo prima da Jean Baptiste Lully alle corte del Re Sole per le pompose ouverture d’opera», spiega il musicologo Alessandro De Bei. Per contrasto, il secondo tema è più delicato, pur presentando gli stessi elementi costitutivi del primo (note ribattute, fraseggi che si rincorrono), a dimostrazione dell’abilità di Mozart nel variare il materiale musicale.











L’ingresso del solista avviene sul primo tema, seguito, come vuole la regola, da una 'transizione' e dal secondo tema. È interessante osservare il tipo di scrittura che Mozart adotta per gli episodi solistici, molto aderente alle esigenze tecniche e alle caratteristiche timbriche del flauto. Lo Sviluppo rielabora elementi cadenzanti o di raccordo che si sono ascoltati negli interventi orchestrali dell’Esposizione: domina la tecnica della 'progressione', cioè la ripetizione dello stesso disegno melodico su gradi diversi della scala.
In fondo, ciò che il Concerto per oboe K 314 trasmette e comunica è la 'giocondità di spirito' delle trame mozartiane. Una giocondità, come ha scritto il musicologo Bernhard Paumgartner, «che inconsapevolmente si oppone alle contrarietà della vita», quindi anche alla sofferenza e al disagio. Da questa impronta musicale emana quel senso di ironia, autoironia e umorismo che giustamente è stato interpretato come un luminoso atto liberatorio. La corte di Salisburgo non poteva che stargli stretta, perché soffocava l’immensità del suo genio, dal quale sono nate sempre musiche capaci di esaltare la vita, mai la morte. Lo stesso Requiem mozartiano è portatore di una musica gioiosa (in questo senso molto diversa dalla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, più cupa e disperata) che guarda alla prospettiva del 'dopo' con la speranza della luce, più che con la disperazione delle tenebre.
Ecco, Mozart era così: tutto meno che misantropo. La sua musica è contagiosamente lenitiva perché racconta che il compositore amava le tavolate allegre, le risate degli amici, la compagnia delle donne. Da autentico salisburghese sapeva apprezzare la buona cucina, un bicchiere di vino generoso, il calore di una tazza di punch. 
Lasciarsi andare alle dolcezze dell’arte, passando sopra le contingenze della vita sembra il manifesto della vita in cui si ha lo scopo di liberare la potenza benefica della musica, come una linfa che ci attraversa per ridare slancio vitale al proprio essere.







L'anno successivo, Mozart ha scritto una versione di questo concerto anche per flautoe orchestra; seguono gli mp3 e i video.






                                      Partitura concerto di Mozart k313 per flauto e orchestra





                                                           flauto e orchestra k313

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